IntroduzioneQuarta prova del mondiale, approdiamo finalmente in Europa e non solo: siamo a casa nostra, in Italia, a Imola per il Gran Premio di San Marino. Si correrà sul circuito in versione 93,
onde evitare disguidi precisiamo subito che in GARA-1 si corre con la mod 93 e in GARA-2 con la RFT 2009.
Race Date: 06/06/2010
Number of Laps: 10-11 e 5-6
Circuit Length: 4909 m
Storia del CircuitoQuesto circuito - su cui hanno corso i più grandi corridori automobilistici di ogni tempo - venne ideato alla fine degli anni anni '40 dall'ESTI (Ente Sport e Turismo Imolese) al fine di rivitalizzare la depressa economia della zona che, come molte altre, risentiva dei disagi del dopoguerra. Furono messi in cantiere diversi lavori pubblici che prevedevano, fra l'altro, la costruzione di una strada di collegamento tra la via Emilia e il vicino centro di Codrignano.
Da questo progetto presero spunto un gruppo di amici - Alfredo Campagnoli, Graziano Golinelli, Ugo Montevecchi e Gualtieri Vighi, cui si aggiunse poi Checco Costa - che progettarono la realizzazione di un autodromo nella zona.
La posa della prima pietra del circuito imolese avvenne il 22 marzo 1950; un primo collaudo si ebbe il 19 ottobre quando Enzo Ferrari fece provare una 340 Sport sulla quale si alternarono i piloti Alberto Ascari, Giannino Marzotto e Luigi Villoresi. In quella occasione vi furono prove anche di motociclismo, col campione della Gilera Umberto Masetti.
Dovettero passare tre anni perché, il 25 aprile 1953, avvenisse l'inaugurazione ufficiale con una gara motociclistica GP CONI valida per il campionato italiano delle classi 125 e 500.
L'automobilismo fece il suo debutto a Imola il 20 giugno 1954 con la Conchiglia d'oro Shell per vetture Sport, con una grande sfida tra Ferrari e Maserati: Umberto Maglioli (su Ferrari) giunse primo davanti a Musitelli e Luigi Musso che guidavano delle Maserati.
Il 21 aprile 1963 per la prima volta l'impianto imolese ospitò una gara di Formula 1, seppur non valida per il campionato mondiale, vinta da Jim Clark su Lotus, in una gara boicottata dalla Ferrari per via di alcune diatribe con gli organizzatori. Ciò nonostante, la massima categoria automobilistica non tornerà a correre dalle parti del Santerno per molti anni.
L'autodromo entrò nei calendari di molte categorie automobilistiche e motociclistiche, soprattutto per quel che riguarda le gare endurance, con la 1000 chilometri automobilistica e la 200 miglia motociclistica.
Nel 1970 l'autodromo prese il nome di Dino Ferrari, il figlio di Enzo prematuramente scomparso negli anni '50. Due anni dopo, importanti lavori vennero realizzati nella zona del traguardo, con la costruzione della Variante Bassa per rallentare le percorrenze nel rettilineo dei box. Un'altra variante, la Variante Alta, venne creata nello stesso periodo per spezzare il tratto che scollinava verso le curve della Rivazza.
Sempre negli anni '70, col passaggio della gestione dell'autodromo dal Moto club Santerno alla SAGIS, la direzione dell'autodromo riallacciò i contatti con la Formula 1 per ospitare una gara titolata. Dopo diversi sopralluoghi da parte della FOCA e dei piloti, ulteriori modifiche vennero realizzate per ampliare le vie di fuga; laddove ciò non fosse stato possibile, il disegno del tracciato fu modificato, come nel caso della chicane inserita nella curva delle Acque Minerali.
Finalmente nel 1979, con il completamento dell'impianto e l'eliminazione dei tratti utilizzati per la viabilità urbana, il circuito divenne permanente, e il 16 settembre, con il Gran Premio Dino Ferrari, gara non titolata, iniziò la nuova era della Formula 1 per Imola. L'anno successivo, il 14 settembre 1980, l'autodromo ospitò la sua prima gara di Formula 1 valida per il titolo mondiale: il 51° Gran Premio d'Italia, in quella circostanza spostato dal circuito di Monza. Dall'anno seguente, tornata la tappa italiana del mondiale a Monza, la pista imolese divenne sede del Gran Premio di San Marino.
A seguito della scomparsa di Enzo Ferrari, il 14 agosto 1988, al nome del figlio Dino venne affiancato quello del Drake.
Nel 1994 è stato vissuto il GP più drammatico, con molti incidenti, alcuni mortali:
- venerdì 29 aprile, durante le prove, Rubens Barrichello si schianta all'uscita della Variante Bassa, ma nonostante il grave incidente riporta solo la rottura del setto nasale e l'inclinazione di una costola che lo costringono a saltare il resto della gara;
- sabato 30, l'ala anteriore della Simtek di Roland Ratzenberger si stacca e l'auto va a schiantarsi alla curva Villeneuve; il pilota muore e si tratta della prima fatalità in Formula 1 dalla morte di De Angelis nel 1986.
- domenica 1° maggio, giorno della gara: allo spegnersi della luce verde la Benetton di JJ Lehto rimane ferma sullo schieramento e viene presa in pieno dalla Lotus di Lamy; i pezzi, tra cui una ruota, volano in tribuna centrale ferendo alcune persone tra il pubblico. Entra la Safety Car che per 5 giri scorta il gruppo. Alla ripartenza passano 2 soli giri (7° giro) quando la Williams di Ayrton Senna esce dritta al Tamburello per la rottura del piantone dello sterzo, che era stato malamente modificato la notte prima della gara dai meccanici williams, e va a finire contro il muro. Il pilota viene subito soccorso mentre viene data la bandiera rossa; Erik Comas però non se ne avvede e quando torna in pista riesce a frenare appena in tempo quando si trova davanti l'elicottero e i mezzi di soccorso sulla scena dell'incidente. Senna viene trasportato all'ospedale di Bologna dove morirà poche ore dopo. Infine, ai box il panico è seminato da una ruota, staccatasi dalla Minardi di Michele Alboreto, che ferisce quattro meccanici.
Dopo questa gara, il circuito ha subito nuove e radicali modifiche, in modo da renderlo meno pericoloso. La curva del Tamburello, teatro dell'incidente di Senna durante il settimo giro della corsa, è stata sostituita da una più lenta chicane, meno spettacolare ma più sicura, mentre il curvone dove picchiò Ratzenberger nelle qualifiche, denominato Villeneuve, è stato a sua volta soppiantato da due curve lente.
Modificato anche il tratto denominato Acque Minerali, dove ora ci sono due pieghe veloci al posto della vecchia chicane e una via di fuga molto più ampia, le curve Rivazza, e la Variante Bassa, punto in cui Rubens Barrichello, come detto, rischiò la vita a causa di un brutto incidente.
Roland RatzenbergerNel 1994 finalmente si realizzò il sogno, la scuderia Simtek gli diede la possibilità di correre in F1. Roland disputò il suo primo GP ad Interlagos in Brasile, dove però non riuscì a qualificarsi; successivamente corse in Giappone dove, grazie anche alle sue precedenti esperienze, riuscì a concludere all'11° posto.
Roland Ratzenberger prese parte alle qualifiche del gran premio di San Marino ad Imola del 1994. Nella seconda giornata di prove, sabato 30 aprile 1994,l'alettone della sua vettura andò sotto le ruote non permettendo al pilota di curvare. La sua auto si schiantò a 300km/h contro un muro dopo essere sbandata nella curva intitolata a Gilles Villeneuve. La brusca decelerazione e il fortissimo impatto ridussero il pilota in fin di vita. Fu soccorso immediatamente e portato all'Ospedale Maggiore di Bologna, dove morì sette minuti dopo essere arrivato.
Secondo la ricostruzione più accreditata sembra che la vettura, durante il giro di lancio, avesse avuto un piccolo urto con il muso contro un cordolo dal profilo rialzato e quest'ultimo avesse riportato un cedimento strutturale dell'ala anteriore non ravvisabile fino al momento in cui, a causa del forte carico aerodinamico, l'alettone si spezzò definitivamente.